Da un giorno all'altro, senza alcun preavviso, nel groviglio spinato della ginestra hanno alzato la testa due narcisi.
Dovrò pur riconciliarmi, un giorno, con la primavera, con i sogni e gli errori di un tempo. Per il momento mi limito ad accogliere la bella stagione con animo diffidente e contrariato. C'è un'ostinazione di leggerezza nell'aria, addosso ai manichini. Istigazione ipocrita alla speranza.
Quanto è più realista e rassicurante l'autunno col suo progressivo spegnimento della luce.
Da molto tempo, ormai, per me primavera non è inizio né speranza; è piuttosto la fine di un equilibrio, la fine del silenzio. E mi sento così impreparata alla luce.
1 commento:
io ne rimango veramente frastornata. però forse ci vuole, quest'anno l'inverno è stato veramente buio: mi si sono persino spezzate le unghie.
Posta un commento