venerdì 24 dicembre 2010

martedì 14 dicembre 2010

Non è obbligatorio essere felici a Natale


Christmas card by Rob Ryan
Unique Christmas gift ideas

Ho perso le parole

"Ho perso le parole
oppure sono loro che perdono me"

Ho perso le parole, come dice Ligabue. Ho perso la voglia di raccontarmi, forse anche la fiducia in chi potrebbe ascoltare. In realtà ho proprio perso il senso del raccontare. Trovo decisamente più elegante e meno dispendioso a livello energetico restarmene chiusa nel mio isolamento.
Senza soluzione di continuità, sono passata dall'accompagnare mio padre nei suoi ultimi giorni all'accudire una gatta ormai vecchiotta e malandata: la gatta, almeno, ci è stato concesso di tenerla ancorata a questa terra, seppur dopo ore terribili di dubbi laceranti (chi sono io per decidere che la sua vita non è più degna di essere vissuta? che cosa rende una vita - anche quella di un animale -  degna di essere vissuta?).
Insomma l'anno per me si chiude in chiave metafisica: questioni di vita e morte. Sopravvivenza. Tutto molto elementare. Dal mio metafisico punto di osservazione, accolgo divertita il prevedibile esito del voto di fiducia al governo. Siamo destinati a marciare nel fango - un eufemismo, naturalmente - ancora a lungo. Da questo punto di vista non ci sono speranze. Per la gatta, invece, è lecito l'ottimismo di chi riesce a contenere gli effetti di una grave malattia. Di questo, almeno, sono grata al destino.
Ho un bisogno fisico, oltre che metafisico, appunto, di starmene qualche ora in cima al Sacro Monte di Varese, percorrere la rituale ascesa di fine anno al mio rifugio preferito. Ho un gran bisogno di silenzio, perciò chiudo la baracca - coi burattini dentro - per un po'. Ai miei due lettori auguro ogni serenità. Mi rifarò viva con l'anno nuovo, con qualche buona nuova, spero.

domenica 5 dicembre 2010

JP, Chrissie & the Fairground Boys

Quando, nel 2004, Chrissie Hynde dichiarava lapidaria al canale televisivo online brasiliano UOL : "Ho già avuto tutti gli uomini di cui avevo bisogno", certo non immaginava che qualche anno più tardi, ad un party, avrebbe dato il suo numero di telefono a un certo JP Jones - giovane e oscuro rocker gallese, reduce da un poco entusiasmante contratto con la EMI, in cerca di identità musicale dopo lo scioglimento della sua band - con e per il quale avrebbe scritto un intero disco introdotto dall'inequivocabile Perfect lover.
Poco importa se l'attrazione fatale conduce ad una relazione che Chrissie finisce per considerare impossibile; quello che conta davvero per la splendida cinquantanovenne è che il rapporto con il giovane JP sia funzionale ad una rinnovata spinta compositiva - "L'amore non è musica / La musica è il meglio", teorizzava del resto anche Frank Zappa. La carica emozionale si riversa per intero in un album di rock and roll incredibilmente godibile: melodie immediate che viene spontaneo canticchiare già al secondo ascolto, arrangiamenti essenziali e su tutto la preziosa voce di Chrissie Hynde, in luminoso e singolare contrasto con l'affannosa raucedine di JP.
In questa recente intervista rilasciata al Telegraph, l'energica e vulnerabile Chrissie racconta tutto con la consueta franchezza. Da sottolineare il giudizio impietoso  - che condivido in pieno - riservato alla attuale scena musicale britannica.

mercoledì 1 dicembre 2010

Dicembre

Il mese ha avuto inizio alla luce di un riflesso verdazzurro che inondava le vetrate dell’ufficio deserto. La neve ormai non fa più notizia, stiamo imparando a darla per scontata. Un po’ più degna di nota, invece, la tendenza, da parte degli amministratori locali, a risparmiare sulle misure necessarie a contrastare la formazione di ghiaccio sulle strade. Come se l’averci obbligato a montare gomme da neve li sgravasse automaticamente da ogni responsabilità (tanto più che se l’asfalto è una lastra di ghiaccio non c’è gomma da neve che tenga).
Sulla mia scrivania giace il rapporto dell’ultimo European Silk Forum: sei pagine di ragguagli sulla situazione sociopolitica cinese, un rapporto dettagliato sullo stato di salute dei gelsi e dei bozzoli, un tracciato della produzione mondiale di seta greggia che si può sintetizzare in due parole inequivocabili: complete collapse.
Perciò se avete in casa un qualsiasi straccio di seta, pure una fodera sfondata, tenetevelo stretto e caro: consideratevi possessori di uno straordinario pezzo di antiquariato.