martedì 12 febbraio 2013

A zonzo dopo la fisioterapia

A Varese, in luogo di una fantasiosa boutique della carta, hanno aperto un negozio di cremazioni. Così c'è scritto sull'insegna: Cremazioni. Benché ammirata di tanta semplice compostezza, mi rammarico che nella vetrina di un negozio così ci si possa mettere ben poco.
Intanto il Globe Cafè (che da qualche settimana ha la ventura di essere vicino di casa del Maroni-Point) mi sembra stia diventando un locale finto-alternativo, vale a dire un posto per fighetti che si travestono da intellettuali. In ogni caso fanno bene questi studenti che si godono la vita e i soldi dei genitori così, facendo comunella in un caffè chic del centro. Io ai tempi dell'università mi contavo in tasca i soldi per le fotocopie e il pezzo di focaccia quotidiano e infatti si vede dove sono arrivata. 
In ogni caso anche quest'ultima perturbazione è stata risolta con una certa efficienza e, come al solito, io ero l'unica a circolare in città con la macchina ancora glassata di neve.
 

lunedì 11 febbraio 2013

A Sylvia (27/10/32 - 11/02/1963)

Le colline digradano nel bianco.
Persone o stelle
mi guardano con tristezza, le deludo.

Il treno si lascia dietro una riga di fiato.
Oh lento
cavallo color della ruggine,

zoccoli, dolorose campane -
È tutta la mattina che
la mattina sta annerendo,

un fiore lasciato fuori.
Le mie ossa racchiudono un'immobilità, i campi
lontani mi sciolgono il cuore.

Minacciano
di lasciarmi entrar in un cielo
senza stelle né padre, un'acqua scura.

Sylvia Plath, Pecore nella nebbia
2 dicembre 1962, 28 gennaio 1963

(traduzione di Anna Ravano)