mercoledì 7 luglio 2010

Summer melancholia

L’estate mi diventa ogni anno più faticosa. Di questa stagione, ormai mi sono ridotta ad amare la luce serale, che mi ricorda certi vecchi libri di storie svizzere, e poi i sandali e le mie unghie smaltate. Detestabili al massimo grado gli uomini in bermuda e infradito, per i quali la libera circolazione dovrebbe essere ammessa solo nelle località balneari; parimenti insopportabili alla vista le grosse tette tremolanti esibite in ogni occasione con la disinvoltura e il cattivo gusto tipici delle presentatrici televisive in voga.

Avrei dovuto raccontare dei concerti di Lugano, del famigerato Giovanni Allevi, della puntata al festival jazz di Ascona (mai più ad Ascona!): non so perché non abbiano ancora inventato una memoria esterna, un hardware rimovibile da collegare al cervello per registrare i pensieri e scaricarli poi sul pc. Lì per lì ogni particolare sembra degno di essere raccontato, poi a casa ogni immagine trascolora, subentra la stanchezza o la gelosia nei confronti di un’emozione (la certezza di non essere capiti), o semplicemente la malinconia.

Non c’entra nulla con quanto detto fin qui, però sento il bisogno di ricordare che fu esattamente trentatrè anni fa che misi piede nel Regno Unito per la prima volta: era il 7/7/77, per chi crede ai numeri e ai loro significati. A Victoria Station c’erano dei punk con borchie e catene e creste verdi e io pensai “Oddìo, ma allora esistono davvero i capelli verdi!”. Imparai con mia grande sorpresa che l’inglese era tutt’altra cosa rispetto a quello che c’era sul mio libro di testo: in bocca agli inglesi suonava diverso persino dalla lingua delle canzoni e appresi con sgomento che purple non si pronunciava affatto parpol. (vedi alla voce Deep Purple). Mi capitò di vedere anche la Regina: mi sfiorò quasi – me e centinaia di altre persone, of course - in un’auto perfettamente nera e scintillante. Indossava un abito rosa favola e sembrava anche carina mentre sorrideva salutando tutti con un guantato gesto regale.

14 commenti:

jumbolo ha detto...

ti assicuro che io in pantaloni corti (sotto il ginocchio, anche a causa del cavallo basso) militari e infradito (rigorosamente tribord) sono bellissimo.
del resto, se i piedi sono la mia parte del corpo più bella, perchè dovrei tenerla nascosta?

sono abbastanza gay?
:))

ps minchia nel 77 in uk per la prima volta? ma sei antiiiiiiiiica!!!

rose ha detto...

nel mio caso subentra la pigrizia, e sogno una tecnologia tipo Strange Days... che poi se ci fosse sarebbe un incubo, ovviamente.
ma hai visto Allevi? Dai fatti tornare un po' di verve sarcastica!

ps tutta la mia invidia per il 7 7 77

ivan ha detto...

(OT: il mio ammazza zanzare l'ho chiamato Pippi, staziona nel sottotetto di casa mia, terzo piano di un condominio di 12 famiglie, da molti anni e senza l'ausiolio di batbox!)

io anni fa ero contrario all'uso di pinocchietti e infradito poi giocoforza, complice il gran caldo, mi son rassegnato (e pure rasserenato) vado di pinocchietti e infradito per tutta l'estate, molti mi consigliano addirittura i/le bermuda ma io sento che mi sentirei 'nudo' con un 'pantalone' sopra al/il ginocchio...

ps.: il famigerato allevi, non aggiungo altro...

endimione ha detto...

Ammetto di essere, in questa stagione, un grande osservatore di polpacci, però condivido il fastidio per bermuda e soprattutto infradito (in città). La trovo una mancanza di rispetto verso gli altri come chi ascolta la radio in treno o parla a voce alta al cellulare, fregandosene di chi gli sta intorno (essendo un grande fruitore di mezzi pubblici, ho continua e assidua riprova di tali comportamenti, temo); perché la vista non è che dev'essere per forza meno molesta dell'udito...

Sul secondo punto del post: forse basterebbe appuntarsi subito i pensieri o le immagini che ci sembrano degni di nota e poi ricopiarli e postarli così, allo stato grezzo, senza ulteriore limatura stilistica o incastonatura di considerazioni ulteriori... Ma te lo dico come lo dico a me, senza crederci davvero, conoscendomi/ti (un po') :)

exit ha detto...

@jumbolo: sei troppo D&G. Bocciatissimo. :)
p.s.: antiqua a me?! Avete abolito le carte d’identità lì in Toscana? :)

@rose: se domani mi sveglio con la luna giusta magari butto giù due parole su Allevi. Oh, ci vorrebbe davvero qualcosa di ipertecno per sopperire a questa pigrizia/stanchezza/lunaticità estrema.

@ivan: oh, beato te! Vorrei tanto che Vincenzino tornasse. Non so perché se ne sia andato, non ricordo di averlo mai trattato male, forse qualche volta l’ho sgridato perché i suoi escrementi fioccavano giù sul balcone e, benché minuscoli, non erano proprio carinissimi da vedere.
Ma scherzi a parte, stranamente quest’anno non siamo ancora riusciti a vedere un pipistrello: di solito la sera scorrazzavano liberamente per boschi e prati. Sarà il solito problema dell’inquinamento.

Quanto al pinocchietto sei perdonato in virtù del fatto che sei un temerario venditore di dischi. :)

@endimione: tu quoque! Ah, proprio tu che distilli un post al mese, quando siamo fortunati! (e non ti credere che non mi sono accorta che hai saltato il mese di giugno, eh?)
Guarda, a dire il vero la gran parte dei post di questo blog nascono all’improvviso, sulla base di un impulso repentino, e si concretizzano solo perché in quel determinato momento ho a disposizione un pc, altrimenti evaporerebbero come moltissimi altri pensieri. Questo spiega anche perché si tratta di un blog così povero di contenuti; in realtà il più delle volte scrivo utilizzando cascami e involucri, come uno sguattero che si prepara la cena con bucce di patata.
OT: Permettimi una divagazione a proposito del tuo ultimo distillato: ieri sera l’ho riletto tre volte di seguito e sono rimasta lì un quarto d’ora a cercare di capire cosa volevo dirti, perché volevo dirti qualcosa ma non sapevo esattamente cosa. Pensavo alle poesie che Sylvia Plath ha scritto per/su i suoi figli, a quel suo sguardo incandescente che non può mai fermarsi troppo su un particolare senza voler vedere altro/oltre.
Poi non ho scritto niente perché avevi già detto benissimo tutto tu.

Sul resto siamo assolutamente d’accordo. Il vertice della cafoneria è smontare da un mega suv in bermuda a scacchi, polo col bavero rialzato e infradito. Inclassificabile.

rose ha detto...

polo col bavero rialzato, ha!
con i bei sandali da uomo che esistono (da donna poi non ne parliamo), questa mania di andare in giro in ciabatte è ammorbante...

jumbolo ha detto...

volevo tranquillizzare exit: in vita mia non ho mai nemmeno toccato qualcosa di d&g. premetto che si fa per, come si dice da noi, "ruzzare", mica me la sto prendendo o cosa.
capisco il discorso del rispetto e soprattutto della città, lo condivido, in effetti in luoghi pubblici non è il massimo, è probabilmente una questione di mentalità dipendente dalla geografia di nascita...purtroppo (ehehehe) sono nato che dalla finestra dell'ospedale dove stava mia madre si vede il mare, e dalla mia finestra quando tira libeccio si sente il rumore delle onde che si frangono a riva.
per i mezzi pubblici suggerisco il metodo sudamericano: aria condizionata sotto zero. vi giuro, è così, e lo fanno soprattutto per la sudorazione dei passeggeri.
nemmeno io ricordo dove volevo arrivare...e dire che non stavo ragionando di massimi sistemi!
per la carta d'identità boh, pensavo fossimo piu o meno coetanei, quindi nel 77 col cavolo che potevo andare all'estero. evidentemente dimostri meno di quel che realmente hai :))

jumbolo ha detto...

sandali da uomo? ma di quali parli rose? di quelli di gomma colorata che mettevano ai bagnanti d'estate? o di quelli che i tedeschi portano con i calzini?

exit ha detto...

@jumbolo: ma infatti siamo quasi coetanei, sono più vecchia di te di undici mesi se ben ricordo.
Diciamo che in occasione di quel viaggio in UK - tre settimane lontana da casa, prima volta in aereo - ero la più giovane del gruppo. Fu sicuramente un'esperienza fondamentale che mi trasmise un'inguaribile anglofilia e mi insegnò "l'arte della fuga" (non intesa in senso bachiano).
Quanto ai pantaloni corti maschili (ma anche femminili) tu, in effetti, vivendo in località balneare, rientri nell'ambito della tolleranza. :) E so benissimo che non vesti D&G: non mi risulta che abbiano in collezione magliette verde bandiera...:)

exit ha detto...

@rose: tra l'altro io trovo che le ciabatte in città siano scomodissime oltre che molto poco igieniche. Con tutto quel che si trova per strada io preferisco mettere un po' di distanza fra me e l'asfalto. E vado fiera delle mie superzeppe con superplateau (comodissime, per di più).

rose ha detto...

be', un birkenstock senza calzino è meglio della ciabatta... se no, mi permetto di suggerire un classico lizard,
ma certo poter portare le zeppe è meglio :o)

River Man ha detto...

C'è di peggio delle infradito:
http://www.vibramfivefingers.com/
Però sono comodissime e insostituibili per certe attività.

Anonimo ha detto...

No, guarda, questa cosa degli infradito merita un post da parte mia, perché urla vendetta :)
Stefano

exit ha detto...

Oh my God, cosa mi devo aspettare? :)