giovedì 17 giugno 2010

Mondi alternativi

Ieri sera, mentre rosolavo i broccoli per la pasta, mi è parso chiaro come non mai che il malessere profondo che da qualche mese mi consuma nasce dalla mia incapacità di dare vita – nella mia testa – ad un qualche mondo parallelo e alternativo a questo. Ora, è evidente che il mio malessere ha origini ben più radicate e contorte, ma spingersi nella palude per acciuffare queste radici non so quanto senso abbia, ormai; una volta agguantate le radici, che dovrei farne? Ripulirle dal fango, forse? A questo scopo dovrei reciderle: magari fosse possibile. Diversamente, sempre radici sporche e contorte restano. Mi sento troppo stanca, ho già visto troppo per sperare ancora in una rigenerazione.

Le dipendenze sono il kit di primo soccorso dei depressi. La coazione a ripetere un meccanismo assurdo che tuttavia ha il merito di sminuzzare il dolore. Così mi attacco ai libri come l’alcolista alla bottiglia: è un leggere privo di gusto, un riflesso condizionato, la necessità di compiere un’azione più che la speranza di accedere a un contenuto. Mi attacco ai libri perché con le parole riesco ancora a venire a patti, in qualche modo: le sento alla mia portata, posso ribaltarle, guardarle freddamente da ogni prospettiva.
Dalla musica mi sono autoesclusa: ad eccezione di Peter Gabriel – in loop praticamente dal giorno del mio compleanno – si può dire che non mi concedo altro. Sarebbe troppa bellezza, troppa speranza: non arrivo a sbirciare fin là in alto.

Ma c’è di più: mentre broccoli e cipolle sfrigolavano isterici in padella, ho realizzato con inedita lucidità che l’esercizio fantastico della creazione di mondi paralleli risale praticamente al giorno in cui inizio ad aver memoria di me stessa. Il che significa che è da quando ho aperto gli occhi che quel che vedo non mi piace e sento il bisogno di trasferirmi, almeno mentalmente, in luoghi più accoglienti. Quando si dice che il male di vivere comincia nella culla.

11 commenti:

rose ha detto...

questa condizione non la considero un grosso problema finché la realtà non tenta di avvolgerti strappandoti ai mondi alternativi, essenziali per tollerare un po' di più se stessi... allora la faccenda si fa pesante.

proverò con le cipolle, io di solito ci metto l'aglio.
(ieri sera sfrigolavano: tofu e melanzane)

exit ha detto...

Interessante tofu e melanzane.

L'aglio, chissà perché, lo riservo alle zucchine; in effetti dovrei provarlo anche coi broccoli.
Comunque stasera zucchine allo zafferano e olive. Con qualche scaglia di feta o pecorino sarebbero state perfette.

P.S. grazie per il supporto ai miei mondi alternativi. :)

rose ha detto...

olive con lo zafferano! sei una miniera di spunti non solo musicali...
volevo dire che ieri il tuo blog mi ha costretto a scrivere "bored" per poter postare il commento. a volte il software è inquietante.

exit ha detto...

Bored? Si dice che i computer siano macchine stupide ma chissà, magari ne sanno più di noi...:)

River Man ha detto...

Mah, a mio parere olive e zafferano non hanno nulla da dirsi o meglio, son le olive che non sono in grado di prendere nulla dallo zafferano, neanche a spaccarle, la magia vera è l'unione con le zucchine, loro si che sembran fatte apposta per lo zafferano.
Con un po' di pinoli, qualche filetto di acciuga sotto sale e una manciata di uva sultanina passa ci fai un condimento perfetto per le orecchiette.

P.S.: Lo zafferano è una delle mie due spezie preferite in assoluto.

il piano di sopra ha detto...

io di solito con le zucchine e lo zafferano ci faccio saltare anche cipolla e germogli di soia, il tutto con le penne rigate.

dovremmo fare i cuochi, non gli impiegati.

apriamo un ristorante?
silvio dovrebbe essere d'accordo, quindi soldi zero... ma almeno qualche soddisfazione.

a pancia piena...

exit ha detto...

River, io provo le acciughe e tu prova le olive: quelle nere, però, intesi? (Quelle verdi lo so anch'io che con lo zafferano cozzano).

Quanto al ristorante, volentieri, ma non in Italia, please, cerchiamoci un posticino meno triste!

River Man ha detto...

La cipolla soffritta è ovviamente indispensabile, mi ero dimenticato di scriverlo.

P.S.: Comuni olive nere o qualche varietà in particolare?

exit ha detto...

Olive comunissime, da discount...:)

Anonimo ha detto...

Mi spiace sentirti così lucidamente triste, non so quale altra parola utilizzare.
Pare che sul mal di vivere così lucidamente detto, non si riesca a trovare altro modo affettuosamente diversivo che agganciarsi all'amo "broccoli e cipolle" ...per avvicinarti e stringerti in un abbraccio empatico.
Nessuna cura, nessun suggerimento, nessuna possibile altra condivisione... che rabbia!

Cambio prospettiva e guardo me essere spiritoso, brillante, paradossale....camuffare il "mio male di vivere" per renderlo sociale, per intrattenere i colleghi...per apparire rassicurante...
Ho rinunciato a diagnosi, a trovare risposte...l'esercizio quotidiano è mettere la sordina alle domande, tentare una benevolenza con me stesso e una bonarietà leggera nei piaceri rodati (ma non sempre efficaci) che ancora provo.
Accogliere con grazia l'ennesimo ingiustificato squarcio di buonumore.
La grossa fortuna (ne parlavi anche tu in un commento) essere ancora intrigato dagli altri, incuriosito, a tratti stupito.
La fortuna è che non mi deludono più...non ho aspettative da soddisfare, ma ancora a intermittenza mi piace guardarli.
un abbraccio,
vito

exit ha detto...

Sì, Vito, spesso non resta altra soluzione che occuparsi di qualcosa di concreto, come broccoli e cipolle; è l'unico modo per traghettarsi oltre.
Ci sarebbe molto altro da dire. Ci tornerò sopra, in un modo o nell'altro.