È stato più piacevole del previsto il concerto di apertura di Estivaljazz 2010. Dopo un avvio un po’ incerto, all’insegna dell’ultimo Miles Davis e della noia, Billy Cobham e band hanno cominciato a divertirsi sul serio e a proporre un jazzrock di ottima fattura, blandamente fusion, felicemente venato qua e là di accenti funky e sonorità caraibiche. Certo niente di nuovo sotto il sole, tutto quello che poteva inventare Billy Cobham l’ha inventato in quarant’anni di irripetibile carriera, documentandolo con una discografia sterminata; e tuttavia, grazie ad una band composta da strumentisti eccellenti, dotati di grande fantasia oltre che - ovviamente - di tecnica, il risultato è stato un concerto veramente godibile, un piacevole ripasso di sonorità forse un po’ datate, comunque all’insegna del buon gusto e dell’equilibrio. Non è così scontato saper tenere assieme le divagazioni caraibiche dello steel drum, una chitarra spesso vigorosamente rockeggiante (l’ottimo Jean-Marie Ecay) e il pianismo elettrico alla Chick Corea ricavandone un linguaggio di senso compiuto. Quel che è certo è che tutto ruota attorno all’implacabile rullante di Cobham, un suono secco, essenziale, che definisce i contorni senza mai risultare invasivo. Peccato, però, che un concerto del genere sia il massimo del jazz che questa manifestazione dal gloriosissimo passato decide di offrire oggi.
domenica 27 giugno 2010
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