Se al referendum della Fiat a Pomigliano il 36% dei votanti ha detto no, significa che forse non tutto è perduto, che non di solo calcio vive l’operaio italiano. Significa che la classe operaia, quella che ha piena coscienza di sé – e che dunque ha piena coscienza non solo dei propri diritti ma anche dei propri doveri - non è affatto in via di estinzione.
Lucido come sempre Gallino in questo articolo .
Circola poi questa lettera indirizzata dagli operai polacchi agli italiani. Non so se sia autentica, ho preso l'abitudine di dubitare di tutto ciò che appare in rete se non proviene da una fonte verificabile. Tuttavia è un documento interessante che rispecchia il clima di tensione e di "guerra tra poveri" che si respira di questi tempi in tutte le fabbriche, non solo alla Fiat.
Lucido come sempre Gallino in questo articolo .
Circola poi questa lettera indirizzata dagli operai polacchi agli italiani. Non so se sia autentica, ho preso l'abitudine di dubitare di tutto ciò che appare in rete se non proviene da una fonte verificabile. Tuttavia è un documento interessante che rispecchia il clima di tensione e di "guerra tra poveri" che si respira di questi tempi in tutte le fabbriche, non solo alla Fiat.
3 commenti:
mi fa ancora sognare l'idea degli operai d'europa che si uniscono per lottare creando una rete di protesta su larga scala
e più passa il tempo più mi spaventa l'idea che i confini del nostro paese non siano il limite oltre il quale possiamo ancora trovare qualcosa di migliore
Chiaro che questo referendum è stato/è un volgarissimo tentativo di restaurare quell'arroganza padronale che credevamo di aver debellato definitivamente. Però quel 36%, a cui nessuno sembra dare peso, a me pare un dato importante. Il 36% dei votanti ha rifiutato di farsi prendere per fame. È indubbiamente un segnale anche per gli operai polacchi e, chissà, indirettamente, anche per tutti gli operai bulgari e romeni sfruttati in patria dai nostri imprenditori. Certo se penso alle meschinità che si verificano tra gli operai dell'azienda dove lavoro, mi rendo conto che di strada ce n'è davvero tanta da fare. Ma chissà. È un dato di fatto che anche in Cina la situazione sta evolvendo e il pugno di riso non basta più.
ieri in piazza duomo di gente ce n'era, e più che ascoltare il comizio del dirigente sindacale, è sentire le testimonianze lucide e interessanti di certi delegati (mi è rimasta in mente una ragazza della indesit di brembate) che fa tornare un po' di speranza.
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