Vegetazione rigogliosa, non il minimo accenno d’autunno e parecchi esempi di imbecillità umana. Così inizia il mese che più detesto, con profili smaglianti ed evidenti segni di declino.
Con saggio realismo, invece, gli uccelli hanno preso a darsi appuntamento sui cavi dell’alta tensione: stazionano a distanza regolare, estremamente sicuri di sé. Catene dentate, onde di filo spinato sembrano legare un traliccio all’altro. Un esercito che s’appresta a sgomberare con gran soddisfazione, si direbbe.
Ovunque è un tripudio d’estate apparente e cieli cristallini, ma il calendario dedicato a Vermeer offre una malinconica veduta di Delft. Inevitabile la grande abbondanza di giallo in primo piano.
“Qualsiasi colore tranne il giallo” raccomando ogni volta che faccio preparare i fiori per la tomba di mio fratello.
“Eh però, il giallo…” sospira il fiorista con rammarico “sapesse come risolve, il giallo…” aggiunge nella speranza di convertirmi.
A pensarci bene la mia è una presa di posizione bell’e buona, perché è vero che in generale il giallo mi provoca una sensazione quasi fisica di disagio, però trovo che le varianti più tenui possano rivelarsi estremamente eleganti, soprattutto se accostate al nero. E mi guardo bene dal dire al fiorista che sì, effettivamente, un po’ di giallo lo potrei anche tollerare, considerato che mio fratello era daltonico e si divertiva a farmi ridere come una pazza indicandomi un rosso smagliante per chiedermi se fosse blu.
La mia, in fondo, è un’ostinazione dura come un dolore, come un ricordo che si vuole difendere a tutti i costi.
Ma non c'è niente da fare: settembre per me è un mese giallo, di un giallo che non riesco a guardare senza stare male. Per questo spero sempre che passi in fretta.
Con saggio realismo, invece, gli uccelli hanno preso a darsi appuntamento sui cavi dell’alta tensione: stazionano a distanza regolare, estremamente sicuri di sé. Catene dentate, onde di filo spinato sembrano legare un traliccio all’altro. Un esercito che s’appresta a sgomberare con gran soddisfazione, si direbbe.
Ovunque è un tripudio d’estate apparente e cieli cristallini, ma il calendario dedicato a Vermeer offre una malinconica veduta di Delft. Inevitabile la grande abbondanza di giallo in primo piano.
“Qualsiasi colore tranne il giallo” raccomando ogni volta che faccio preparare i fiori per la tomba di mio fratello.
“Eh però, il giallo…” sospira il fiorista con rammarico “sapesse come risolve, il giallo…” aggiunge nella speranza di convertirmi.
A pensarci bene la mia è una presa di posizione bell’e buona, perché è vero che in generale il giallo mi provoca una sensazione quasi fisica di disagio, però trovo che le varianti più tenui possano rivelarsi estremamente eleganti, soprattutto se accostate al nero. E mi guardo bene dal dire al fiorista che sì, effettivamente, un po’ di giallo lo potrei anche tollerare, considerato che mio fratello era daltonico e si divertiva a farmi ridere come una pazza indicandomi un rosso smagliante per chiedermi se fosse blu.
La mia, in fondo, è un’ostinazione dura come un dolore, come un ricordo che si vuole difendere a tutti i costi.
Ma non c'è niente da fare: settembre per me è un mese giallo, di un giallo che non riesco a guardare senza stare male. Per questo spero sempre che passi in fretta.
4 commenti:
Hugs :(
mmmhhh...no word to say...
un abbraccio, vito
Il giallo proprio non ti piace, eh? Lo menzioni spesso nel libro come un colore odiato (e quando Steve fa a pezzi la tovaglia gialla col coltello al tavolino di un bar a Milano).
@Eleonora: eh, guarda caso...:)
Bé, la tovaglia in questione poi è giallo senape, il peggio del peggio...:)
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