Da qualche giorno sono ritornata al total black look. Come non accadeva da tempo. Come se ciò bastasse a ridurre la mia totale assenza di concentrazione.
Non si può negare però che qualche volta il nero aiuta: isola, semplifica, crea una barriera utile al contenimento del disordine mentale.
A ben pensarci è strano che io non sia riuscita a dire niente del concerto di John Cale. Come se si trattasse di una faccenda troppo privata. Come in effetti era.
White light white heat, mi viene da dire, senza alcuna pretesa di essere originale, perché è un inconsueto candore ad abbagliare il ricordo della serata.
La mia immaginazione da sabato è in silenzioso fermento. Come si sopravvive alla propria leggenda? Probabilmente nel modo più ovvio possibile, cioè cercando di dimenticare di essere una leggenda, ad esempio segnalando con un punto esclamativo su Myspace che il concerto è sold out.
E come ci si sottrae alla terribile responsabilità di aver definitivamente corroso il rock portandone la fine alle estreme conseguenze? Non ci si sottrae ad una simile consapevolezza. Ci si convive. Magari sottomettendosi all’implacabile rigore di un direttore d’orchestra o reclutando qualche mente geniale con cui sintonizzarsi per riattizzare le braci e mettere in ombra ogni possibile epigono. Chissà, forse in questi casi il bianco aiuta.
Non si può negare però che qualche volta il nero aiuta: isola, semplifica, crea una barriera utile al contenimento del disordine mentale.
A ben pensarci è strano che io non sia riuscita a dire niente del concerto di John Cale. Come se si trattasse di una faccenda troppo privata. Come in effetti era.
White light white heat, mi viene da dire, senza alcuna pretesa di essere originale, perché è un inconsueto candore ad abbagliare il ricordo della serata.
La mia immaginazione da sabato è in silenzioso fermento. Come si sopravvive alla propria leggenda? Probabilmente nel modo più ovvio possibile, cioè cercando di dimenticare di essere una leggenda, ad esempio segnalando con un punto esclamativo su Myspace che il concerto è sold out.
E come ci si sottrae alla terribile responsabilità di aver definitivamente corroso il rock portandone la fine alle estreme conseguenze? Non ci si sottrae ad una simile consapevolezza. Ci si convive. Magari sottomettendosi all’implacabile rigore di un direttore d’orchestra o reclutando qualche mente geniale con cui sintonizzarsi per riattizzare le braci e mettere in ombra ogni possibile epigono. Chissà, forse in questi casi il bianco aiuta.
1 commento:
Is there any other look? Black rules.
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