Galeotto fu il libro di Luca Frazzi sui testi dei Clash e, ancor più galeotta, la riedizione celebrativa del trentennale di London calling che il bluesman mi regalò per Natale: confesso che la musica dei Clash mi è sempre passata accanto senza mai costituire la colonna sonora della mia vita. Ma London calling è un inno irresistibile. Più che un riff trascinante, London calling è un imperativo categorico.
L’ascolto dei Clash ha indubbiamente smosso le acque, e rispondere picche a certi vecchi ricordi assolati di Ladbroke Grove non sarebbe stato onesto. Così l’inverno scorso ho preso a pretesto un cambio sterlina/euro particolarmente favorevole e ho elaborato il piano.
L’altro giorno lui mi ha chiesto che effetto mi fa ritornare a Londra dopo quasi vent’anni. Mixed feelings è l’espressione più appropriata per la circostanza. È come rivedere un ex di cui non ti frega più niente, agli occhi del quale, però, non vuoi sfigurare.
Ritornare a Londra, al crocevia dei miei errori, è, in un certo senso, una resa: nei confronti di me stessa, dei miei limiti e di tutte le occasioni sprecate. Ogni tanto bisogna pur mettere un punto fermo, tracciare una riga, prendere atto del bilancio.
Sarà imbarazzante vedere come tutto è cambiato. Imbarazzante ma anche divertente, forse. Quel che è certo è che stavolta sono determinata a fare finalmente la turista - mi sono addirittura procurata una guida della città -, mansueta come un agnello in coda agli ingressi dei musei. E sono curiosa di vedere le reazioni del bluesman quando gli mostrerò i sottoscala (alla lettera) pulciosi (alla lettera) nei quali ho abitato.
Per il resto si vedrà. Il programma è denso, e benché io abbia pianificato tutto il pianificabile, mi dovrò arrendere alla forza dei luoghi e degli eventi (neanche mi stessi accingendo a esplorare la foresta amazzonica).
L’ascolto dei Clash ha indubbiamente smosso le acque, e rispondere picche a certi vecchi ricordi assolati di Ladbroke Grove non sarebbe stato onesto. Così l’inverno scorso ho preso a pretesto un cambio sterlina/euro particolarmente favorevole e ho elaborato il piano.
L’altro giorno lui mi ha chiesto che effetto mi fa ritornare a Londra dopo quasi vent’anni. Mixed feelings è l’espressione più appropriata per la circostanza. È come rivedere un ex di cui non ti frega più niente, agli occhi del quale, però, non vuoi sfigurare.
Ritornare a Londra, al crocevia dei miei errori, è, in un certo senso, una resa: nei confronti di me stessa, dei miei limiti e di tutte le occasioni sprecate. Ogni tanto bisogna pur mettere un punto fermo, tracciare una riga, prendere atto del bilancio.
Sarà imbarazzante vedere come tutto è cambiato. Imbarazzante ma anche divertente, forse. Quel che è certo è che stavolta sono determinata a fare finalmente la turista - mi sono addirittura procurata una guida della città -, mansueta come un agnello in coda agli ingressi dei musei. E sono curiosa di vedere le reazioni del bluesman quando gli mostrerò i sottoscala (alla lettera) pulciosi (alla lettera) nei quali ho abitato.
Per il resto si vedrà. Il programma è denso, e benché io abbia pianificato tutto il pianificabile, mi dovrò arrendere alla forza dei luoghi e degli eventi (neanche mi stessi accingendo a esplorare la foresta amazzonica).
Comunque, il fatto che i rubinetti dell’hotel siano dotati di miscelatore mi pare già di buon auspicio.
Adesso però devo tornare alle ansie spicciole da preparativi: qui c’è ancora da convincere il bluesman a portare con sé qualche maglioncino; c’è poi la gatta, agitatissima, da consolare; ma soprattutto devo ancora escogitare un sistema per chiudere le mie valigie (sì perché io viaggio con due valigie).
Adesso però devo tornare alle ansie spicciole da preparativi: qui c’è ancora da convincere il bluesman a portare con sé qualche maglioncino; c’è poi la gatta, agitatissima, da consolare; ma soprattutto devo ancora escogitare un sistema per chiudere le mie valigie (sì perché io viaggio con due valigie).
E i sandali, varrà la pena portare i sandali?
5 commenti:
Portali, che non si sa mai ;)
Comunque è curioso il fatto che io scorga questo post proprio nel preciso momento in cui riesco -finalmente, dopo due giorni di spola da casa mia a quella di Cristina - ad ascoltare (dopo mesi di promesse a me stesso) la versione 180gr della edizione trentennale del sopracitato doppio storico LP dei Clash... regalatomi, per altro, dalle mie - ormai poverissime - tasche per il mio quarto di secolo.
Be', un po' patetico e assolutamente scontato... ma, lo stesso, tanti auguri a me e soprattutto buon viaggio a te e al bluesman.
p.s. Non mi faccio avanti per la custodia di Matilde/a perché sicuro mi sventra la tartaruga! Eheheh... :)
Guarda, con te sono sempre in difficoltà con gli auguri, non so mai se devo farteli o no. Comunque ti ho pensato e ne ho anche parlato al bluesman. Buona vacanza anche a te!
Non preoccuparti, anzi, grazie :)
Per me invece, per rimanere in metafora, Londra è un'amante sognata, desiderata, agognata che ho "conosciuto" dalle letture e dai racconti di chi ci è stato ma che non ho mai incontrato e la tua gioventù londinese un po' la invidio.
Aspetterò il vostro ritorno (e magari la prossima fiera di Varese) per i racconti.
Fate buon viaggio.
Buonissime vacanze a te e bluesman. Un abbraccio Flavia
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