sabato 21 agosto 2010

Summer melancholia 2 - No future

Io ce la sto mettendo tutta per aggirare questa estenuante malinconia che non mi dà tregua da mesi, ma non c'è verso. Grattare via le incrostazioni tossiche da questo pigro scenario estivo.
Quanto a Londra, non solo non ha avuto la forza di scuotermi: mi ha addirittura assestato il colpo di grazia. Londra mi ha illustrato in modo inequivocabile il tipo di destino che l'umanità ha scelto di abbracciare. Si accetta ogni sorta di proiezione catastrofista.
Che strano: a Londra sono scomparse tutte le insegne "Tarots reading". Ai miei tempi, invece - negli anni '80 del secolo scorso, qualcuno mi ha fatto gentilmente e opportunamente notare - se ne vedevano in abbondanza. Spesso alla scritta si aggiungeva un qualche simbolo che fungeva anche da indicatore di direzione: bisognava inerpicarsi su per scomodi gradini scricchiolanti e percorrere incerti, tortuosi corridoi per poter incontrare chi ci avrebbe illustrato le linee guida del nostro futuro, chi ci avrebbe dato i consigli di cui avevamo così bisogno. Naturalmente si ridiscendeva in strada con le idee più confuse di prima, però l'illusione di aver dato una sbirciatina in un'altra dimensione restava. E non posso neanche dire che fosse un'illusione pericolosa, perché, tanto per cominciare, la si otteneva senza l'utilizzo di sostanze chimiche; inoltre, la vaghezza del responso scatenava la fantasia, apriva orizzonti infiniti. Era un'illusione propulsiva, insomma.
Oggi a Londra pare che nessuno sia molto interessato al proprio futuro. Forse il terrore di nuovi attentati costringe tutti a tenere gli occhi ben aperti sul presente. O forse una disperazione profonda - la consapevolezza di non avere alcun potere sulla propria esistenza, nessuna possibilità di controllo o di scelta - spinge alla narcosi di massa indotta dalla tecnologia.
I Sex Pistols avevano capito tutto.

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