domenica 11 aprile 2010

Bright Star di Jane Campion

È possibile raccontare una storia come questa senza scadere nel più insopportabile sentimentalismo? Direi di sì, visto che Jane Campion c'è riuscita. Al bando tutti i manierismi, grande attenzione ai dettagli, ricostruzione maniacale degli ambienti, ottimo bilanciamento fra pathos e realismo. E poi l'ingrediente principale della ricetta sta nel soggettivare il racconto: una storia così non può solo essere mostrata, deve piuttosto svolgersi, svilupparsi, accadere sotto gli occhi dello spettatore; risultato che si ottiene più facilmente se si sceglie un protagonista (in questo caso Fanny Brawne) e gli si affida il racconto. Svelando subito l'elemento che induce l'attrazione di Fanny Brawne per John Keats (l'ossessione per la ricerca della bellezza), si elimina all'origine il rischio di estetizzare il sentimento.
La sceneggiatura, che attinge abbondantemente dalle famose lettere di Keats, è praticamente perfetta. Abbie Cornish, nei panni di Fanny Brawne, è strepitosa.
Resta da chiarire storicamente (ma è una curiosità tutta mia) che razza di personaggio fosse davvero Charles Brown, generalmente definito grandissimo amico del poeta, nonché autore della sua prima biografia, e dipinto nel film come un individuo assai sgradevole.
Consiglio la visione del film in lingua originale, se possibile: è un film così profondamente inglese e così ben recitato, che il doppiaggio non può che sminuirne la qualità.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao cara,
l'avevo perso di vista, meglio,non mi pare sia uscito.
DVD?
ciao vito

exit ha detto...

Infatti, in Italia dovrebbe uscire in giugno, un anno dopo la presentazione a Cannes!