Puntuale, al sopraggiungere della prima ondata di caldo primaverile, è scoppiata l’invasione domestica dei ragnetti rossi. Microscopici e innocenti, arrivano dal prato, attratti dalle superfici candide: dotati di zampette infinitesimali, scivolano lenti sulle pareti immacolate del salotto e i più avventurosi esplorano i perimetri di libri e riviste. L’altro giorno un esemplare particolarmente ardito ha compiuto la traversata del monitor del mio pc.
Sono innocui e se ne vanno da soli, aveva spiegato tempo fa un addetto della disinfestazione convocato dalla mia collega superansiosa allorché i sanitari del suo bagno avevano preso a brulicare di inermi puntolini color mattone.
Oggi, notando che la particolare effervescenza delle bestioline su una parete del nostro salotto si stava estendendo anche al divano, ho chiesto al bluesman se non fosse il caso di prendere qualche provvedimento chimico, per quanto blando.
“Lasciali stare che se ne vanno da soli” ha ordinato il bluesman; e, certificata la sentenza con un bacetto sul naso, ha aggiunto: “Hanno diritto anche loro a farsi il loro giro”.
4 commenti:
lottare di più, ma non contro i ragnetti! è tanto che non sono più una cugina di campagna, mi sa che mi impressionerei... e la gatta che fa, li ignora o ci gioca?
Sono creature microscopiche, e Rebecca ora ha altro a cui pensare: con l'arrivo della bella stagione si è trasformata in una autentica vagabonda, passa le giornate in giardino ad annusare tutti i profumi nuovi di primavera. Tra un po' comincerò a tuonare anche contro di lei - come già con Matilde - "Questa casa non è un albergo!"
Ma confido nell'imminente weekend di pioggia che dovrebbe rimettere ogni cosa al suo posto: i ragnetti sotto terra e Rebecca sul divano. :)
Io adoro quell'uomo.
Anch'io!
Posta un commento