martedì 15 febbraio 2011

Altri appunti berlinesi

Faceva pensare a Marilyn la Violetta di Marina Poplavskaya: biondissima, in un candido abito anni '50, fragile e sola, alla disperata ricerca di un equilibrio impossibile. Strada nera, costumi neri: uniche tracce di luce le gocce di pioggia e l'abito fosforescente della protagonista che bucava la scena col suo candore oltraggioso. È ragionevole prevedere per Marina Poplavskaya un destino da star.

Ottima presenza scenica e vocalità perfetta anche per Alfredo, classico tenore leggero ideale per questo ruolo. Come si possa cantare da sdraiati, mantenendo una normale potenza di emissione della voce, per me resta un mistero. Qualche volta penso che quello del cantante lirico sia uno dei mestieri più faticosi al mondo.

Il sabato mattina in metropolitana si conta un significativo numero di padri con due o più pargoli al seguito. Difficile imbattersi in bimbi recalcitranti e frignosi. C'è una certa tranquillità di fondo, la sensazione che ci sia tempo e spazio per tutti. In metropolitana la gente legge (giornali ma anche molti libri), chiacchiera, sorride quando sul vagone si intrufola qualche busker particolarmente originale. Non vedo cloni, monadi assorte in apparati tecnologici, nessuno zombie, nessun fantasma: solo esseri umani.
Un negozio di chitarre sulla Pariser-Straße ci consente di esplorare un'area della città che non avevamo mai visto, poi torniamo da Dussmann per gli ultimi acquisti e infine arriva l'ora di tornare sull'Alexanderplatz dove ci sorbiamo circa un'ora di coda per vedere il film.
Presenti in sala regista e attori - il protagonista Method Man è riconoscibilissimo per via del look da rapper - che al termine della proiezione si intrattengono con il pubblico.


Le ultime malinconie pre-partenza vengono consumate com'è ormai consuetudine in un piccolo locale in riva al fiume. Anche in quest'angolo silenzioso e semideserto della città, ad ogni ora del giorno e della sera - forse anche della notte - passa qualcuno con uno strumento musicale in spalla. Una ragione più che sufficiente, se mai fosse l'unica, per ritornare al più presto.

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