giovedì 16 giugno 2011

Bloomsday

"Sua madre domanda, con delizioso candore, cosa va a fare a Dublino. E lui le risponde la prima cosa che gli viene in mente: che andrà il 16 giugno, a tenere una conferenza. Solo quando ha già risposto si accorge che proprio in quella data ricorre il sessantunesimo anniversario di nozze dei suoi genitori. E inoltre si rende anche conto che il 61 e il 16 sembrano le due facce di uno stesso numero. Il 16 giugno, d'altra parte, è il giorno in cui si svolge l'Ulysses di Joyce, il romanzo dublinese per eccellenza nonché una delle vette dell'era della stampa, della galassia Gutenberg, la galassia il cui tramonto gli sta toccando di vivere in pieno.
[...]
Andrà a Dublino, capitale dell'Irlanda, paese del quale non sa molto se non che, se la memoria non lo tradisce - lo controllerà poi in Google -, è uno stato libero dal 1922, precisamente l'anno in cui - un'altra casualità - sono nati i suoi genitori. Sa molto poco dell'Irlanda, anche se conosce buona parte della sua letteratura. W.B.Yeats, senza andare troppo lontano, è uno dei suoi poeti preferiti. Il 1922 è, peraltro, l'anno in cui venne pubblicato l'Ulysses. Potrebbe andare a celebrare i funerali della galassia Gutenberg nella cattedrale di Dublino, Saint Patrick, se non ricorda male; in quel luogo sacro impazzì definitivamente Antonin Artaud convinto che il bastone del santo fosse identico al suo."

(Enrique Vila-Matas, Dublinesque)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti voglio ringraziare per questo bel suggerimento di lettura. Qualche giorno fa in biblioteca, in considerazione del fatto che non ho trovato i libri che ero andato a cercare, memore di questo post, ho preso dublinesque e l'ho trovato un bellissimo libro. C'è sempre qualcosa di bello che ci aspetta.

stefano

exit ha detto...

Ma grazie a te! Sapere che nel mio minuscolo posso contribuire a diffondere la buona letteratura mi è di grande conforto.
Del resto Dublinesque è un romanzo che per sua stessa natura si presta a frammentazioni e citazioni; direi anzi che la frammentazione e la citazione siano il suo logico destino.
Si tratta in ogni caso di un libro veramente singolare. Non sono mai riuscita a parlarne sul blog, in parte perché l’ho letto poco prima che morisse mio padre, per cui mi è impossibile dissociare la lettura dal periodo funesto che ne è seguito. Ma in realtà credo che a ostacolarmi sia una sorta di autocensura, considerata tutta una serie di sorprendenti affinità tra il testo di Vila Matas e cose scritte da me in passato.

In estrema sintesi non posso dire che sia un libro perfetto. Un libro importante e coraggioso sì, però. E contiene intuizioni geniali che compensano largamente le pagine più discutibili.

Anonimo ha detto...

Non importa se non ne hai parlato diffusamente sul blog, tante volte basta un titolo buttato lì per suscitare l'interesse. E dublinesque è ricco di suggerimenti di lettura. Tra un po' penso leggerò anche Bartleby e compagnia.
P.S. E' un po' che leggo il tuo blog, non sempre, ma spesso. Se non sbaglio, nel tuo diario ero arrivato dal link ai commenti nel blog Donna laura nel nord est. Può essere?
Vabbè, ti saluto. Stefano

exit ha detto...

C'è da dire anche che detesto scrivere recensioni. :)
Non conosco il blog che citi. In ogni caso, ben arrivato!