domenica 21 novembre 2010

Lost in the stars

È passata una settimana, ormai, ma ancora non riesco a distogliere lo sguardo dalle foglie brillanti che tempestano di colori il marciapiede che cinge fedelmente il perimetro dell’ospedale: sono stelle luminose - rosse e gialle - e hanno forme perfette, adunche come mani, e si poggiano al suolo rigide e pulite  - non si lasciano piegare dalla pioggia - e lanciano al mondo un vibrante messaggio di bellezza.
Da una settimana non percorro quel marciapiede perché da una settimana mio padre è libero e non ha più bisogno di medici e ospedali; ma ancora il mio sguardo si ferma su quelle foglie, sul loro inesauribile canto di bellezza, ostinato come un’infantile carola natalizia in una notte di tormenta. Contemplo le mie foglie, il marciapiede nero luccicante di stelle, e poco altro mi interessa, per ora.
Un genitore è, nel bene e nel male, un formidabile antagonista. Quando il nostro antagonista abbandona la scena ci ritroviamo su un palco vuoto. Dobbiamo reinventarci la parte.

Come suggeriva efficacemente la mia amica D., un genitore è sempre, nel bene e nel male, un frangiflutti. Se il frangiflutti si sgretola, la marea arriva a lambire proprio noi, che non abbiamo più niente e nessuno dietro cui nasconderci. Ecco: si smette di essere figli e ci si ritrova in una stanza vuota, dinanzi ad uno specchio che ci rimanda gli stessi errori e difetti che abbiamo per tutta la vita puntigliosamente individuato e condannato nei nostri genitori-antagonisti. Smettiamo di essere figli e diventiamo a forza genitori di quei corpi indifesi ed espropriati dai quali cerchiamo di allontanare in ogni modo, con mille cure e tenerezze, il buio della fine.
Ci ritroviamo adulti, infine, con la chiara consapevolezza di non essere affatto migliori di chi ci ha preceduto: nel ruolo di mio padre, io non avrei fatto di meglio. Perciò, per il momento non so far altro che restare qui a contemplare l'inesauribile,  radiosa vitalità delle foglie - stelle donate in una notte d'autunno ad un marciapiede bagnato. Ora che ho tutte le strade aperte, riesco solo a ripercorrere il perimetro fradicio e stellato dell'ospedale.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

un abbraccio (sai quanto sincero)...
è davvero un novembre triste.
ciao vito

River Man ha detto...

Io ho le mie fisse, lo sai ma questa canzone mi è entrata dentro e ha liberato dubbi e domande che non sapevo di custodire...

http://www.youtube.com/watch?v=5vc1omv005k

P.S.: Non ti voglio "convertire" e che io lo so 8-O che i Massimo Volume sono già da qualche parte dentro di te, devono solo trovare la strada per uscire. :-)