Da una settimana non preparo la cena. Mi sono quasi dimenticata come si fa a cucinare, ad avere una vita normale. Mi trovo ormai in quella fase in cui le vite normali degli altri mi sembrano così distanti e così irreali. Adesso le mie giornate sono scandite da altre necessità. Altre stanze, altre voci.
Curiosamente, in questo momento sono gli amici più lontani ad essermi più vicini. Banale ma verissimo, è in simili frangenti che gli individui hanno l'opportunità di rivelarsi per quello che sono davvero.
Preso atto con sollievo dell’inesorabile declino governativo, vado a reimmergermi nel tunnel delle necessità spicciole, dei corpi e delle anime imprigionati dalla malattia.
4 commenti:
Triste ironia avere problemi personali di insolita portata in situazioni politiche che non danno che scoramento come questa: possiamo dedicarci solo ai fatti nostri e ignorare il resto senza sentirci troppo in colpa.
per quello che serve, un abbraccio. e, forza.
@Endimione: triste ironia che mio padre non sia più qui a godere della rovina di questa orribile maggioranza. Le ultime invettive le abbiamo condivise non più tardi di tre settimane fa. Mi piace pensare che in questo momento sia nella condizione privilegiata di chi può permettersi di assistere allo spettacolo senza l'assillo di sentirsi in qualche modo coinvolto.
@Hanz: la solidarietà, quando è sincera, serve sempre.
ci sono persone che hanno la fortuna di non conoscere mai quei periodi difficili in cui si presenta la necessità di assistere un familiare che non sta bene ed affrontare l'apprensione che ne consegue
ma sono poche, davvero
quando succede non si può rimane altro che farsi forza e magari ricavarsi qualche minuscolo spazio per sè: la pagina di un libro amato, qualcosa da mangiare che ti piace, una canzone
serve a recuperare un po' di quell'energia che fa tanto bene a chi in quel momento ha bisogno del tuo aiuto e del tuo sostegno
un saluto e in bocca al lupo per ogni cosa
c
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