martedì 18 ottobre 2011

Il primo regalo di Rebecca


Oggi Rebecca ha catturato la sua prima preda, un passerotto, forse - ma non ne sono sicura, il becco lungo e leggermente adunco non mi fanno pensare a un passero -, in ogni caso un volatile di dimensioni ragguardevoli: una vera conquista per una gattina sprovveduta e inesperta come lei. Ovviamente mi dispiace per la povera creatura che ci ha letteralmente lasciato le penne. D'altro canto, non posso non essere consapevole e orgogliosa del fatto che Rebecca, deponendo la sua preziosa preda praticamente intatta presso la porta d'ingresso, ci ha fatto un regalo importante. È il suo modo di dirci che ci ha finalmente adottati, ci approva; le andiamo bene, insomma. Evidentemente ci ha perdonati per le gocce gelatinose che siamo costretti a farle scivolare dentro le orecchie, per le medicine non troppo appetitose che mescoliamo ai suoi cibi: forse ha capito che ci stiamo semplicemente prendendo cura di lei. Per una creatura che in un anno e mezzo di vita ha sperimentato solo abbandoni e affidi temporanei in comunità, ogni cosa è nuova, ogni cosa è sospetta: soprattutto cure e attenzioni, queste grandi sconosciute.
Mentre io e il bluesman ci affannavamo a ripulire il balcone e a dare degna sepoltura alla vittima, Rebecca, nascosta in mezzo al prezzemolo, ci scrutava con attenzione  registrando ogni particolare, elaborando le nostre reazioni. Credo che per lei questo episodio rappresenti un grande passo avanti: ho l'impressione che si senta un po' più sicura, un po' più degna delle attenzioni che riceve. Un giorno o l'altro, forse, deporrà quella sua timidezza nevrotica che si trasforma in scontrosità ed alterigia. Ogni tanto, quando cerco di accarezzarla e lei sguscia via al sicuro oltre il cancello le faccio le linguacce: lei mi guarda, aspetta che io sia rientrata in casa, poi torna ad accucciarsi sullo zerbino, e se ne sta lì, guardinga, insensibile alle lusinghe, a elaborare una logorante lotta segreta fra desiderio di coccole e terrore di un ennesimo rifiuto.

3 commenti:

rose ha detto...

brava Rebecca! per i gatti vale sempre il principio: non fidarsi è meglio... il piccolo Snorri ha cominciato da poco ad accettare, senza mordere proprio sempre, una mano che lo accarezza (mano conosciuta: a una sconosciuta ieri ha soffiato), a venire spontaneamente in braccio e persino a fare le fusa. Ci sono voluti quasi 3 anni per addomesticarlo.

exit ha detto...

Con Rebecca vale il principio che nessun progresso è acquisito per sempre. La paura ha sempre la meglio e tutte le piccole conquiste vegono resettate all'istante. Ogni tanto penso al tuo Snorri e mi convinco che ce la faremo anche o noi, fra qualche anno...Quanta pazienza!

Eleonora ha detto...

Dalle tempo. La mia Choosy ci ha messo anni per rilassarsi del tutto. Per molto tempo é rimasta una gatta di strada, nonostante le mie cure e il mio affetto. Grande passo in avanti per Rebecca!