Fino a qualche settimana fa l'aggettivo preferito di Berlusconi era coeso: l'ha ripetuto così tante volte, in così tante occasioni e così a sproposito, che l'aggettivo è automaticamente decaduto dal mio vocabolario. Ora, visto che la tanto decantata coesione ha prodotto risultati in grado solo di scatenare l'ilarità generale, Berlusconi ha pensato bene di aggrapparsi ad un altro concetto tanto in voga quanto vago: la sostenibilità. Improvvisamente tutto quanto diventa sostenibile. Fare le riforme strutturali contando su una maggioranza non coesa? Perfettamente sostenibile. Dare un impulso alla crescita producendo un maggior numero di cassintegrati e disoccupati? Logicamente sostenibile. Far lavorare fino a 70 anni chi già a 50 è considerato un rottame? Ancor più sostenibile.
Una volta che l'aggettivo sostenibile avrà esaurito il suo potenziale propagandistico nel consueto nulla di fatto, l'insostenibile inettitudine del premier dovrà cercare appigli in un nuovo aggettivo d'assalto che, ripetuto fino alla nausea, verrà automaticamente dismesso dal mio lessico. Governo ladro: non hanno solo messo le mani nelle mie tasche, stanno pure impoverendo il mio vocabolario.