domenica 7 agosto 2011

Fantaestate

Un attacco di pigrizia, unito alla classica inquietudine della meteoropatica (trovo insopportabilmente ansiogena questa pioggia in affanno, che si ostina a sgocciolare in dosi omeopatiche), hanno azzerato tutte le considerazioni che mi si erano affollate in testa, ieri sera, dopo aver visto in sequenza Source code e Forbidden planet.
Quanto al film di Duncan Jones sono abbastanza in sintonia con la recensione di fassbinder. Mi limiterò ad aggiungere che i recenti fatti di Norvegia e le ultimissime notizie dall'Afghanistan danno al film uno spessore meno fantascientifico. In ogni caso fa tenerezza la determinazione con cui Duncan Jones cerca sempre una via di fuga per i suoi protagonisti: evidentemente le sceneggiature apocalittiche non gli sono affini. Nel caso di Source Code trovo molto suggestiva l'idea della metarealtà onirico-fantastica come alternativa al Potere - occulto e invasivo - che sfrutta l'individuo per i propri scopi. Comunque mi sono commossa parecchio (ma al cinema ho sempre la lacrima facile).
Di Forbidden Planet, io, mai stata amante dei film di fantascienza, mi sento di dire che è imperdibile. Memorabili la colonna sonora (musica elettronica ante litteram), gli abitini sexy-spaziali di Alta e il meraviglioso Robby the Robot. A proposito del quale si potrebbe anche dire che rimanda direttamente al Gerty di Moon, film d'esordio di Duncan Jones. Anche gli interni delle navicelle dei due film mi sono sembrate avere molti elementi in comune. Ma chissà, forse le navicelle spaziali si somigliano un po' tutte.

Nessun commento: