"Dovresti assicurarla, mica che te la rubano..." ha commentato rozzamente il bluesman dalla finestra della cucina (utilizzando invero un altro verbo - irripetibile - al posto di rubare). Ma si sa, il bluesman, in quanto tale, non si intende di cose regali e perciò non riesce ad apprezzare il delicato equilibrio cromatico - un bianco e un azzurro celestiali -, la grazia con cui si intrecciano le iniziali degli sposi (mi raccomando, sempre la C prima della W). Mi è toccato andare fino al Tower Bridge, per trovarla. E mi è toccato inventare di tutto - dalla mostra su Mervyn Peake, al teatro, ai cimiteri - per giustificare un viaggio a Londra che in realtà aveva un unico scopo: la tovaglia di Kate.
P.S. del 21/08: A grande richiesta, aggiungo foto. Purtroppo l'immagine restituisce un volgarissimo azzurro ristorante che nulla ha a che vedere con il delicato celeste dell'originale, esaltato dalle decorazioni auree.
P.S. del 21/08: A grande richiesta, aggiungo foto. Purtroppo l'immagine restituisce un volgarissimo azzurro ristorante che nulla ha a che vedere con il delicato celeste dell'originale, esaltato dalle decorazioni auree.
3 commenti:
foto, foto!
You're a domestic goddess!
Sì ma adesso sono a corto di strofinacci di spugna per la cucina. Quelli della Guinness sono insuperabili. Eh, che ci vuoi fare, devo proprio venire a Dublino...:)
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