sabato 20 agosto 2011

La tovaglia di Kate

In questo momento sventola dallo stendino come un vessillo regale che veleggi in un mare d'erba.
"Dovresti assicurarla, mica che te la rubano..." ha commentato rozzamente il bluesman dalla finestra della cucina (utilizzando invero un altro verbo - irripetibile - al posto di rubare). Ma si sa, il bluesman, in quanto tale, non si intende di cose regali e perciò non riesce ad apprezzare il delicato equilibrio cromatico - un bianco e un azzurro celestiali -, la grazia con cui si intrecciano le iniziali degli sposi (mi raccomando, sempre la C prima della W). Mi è toccato andare fino al Tower Bridge, per trovarla. E mi è toccato inventare di tutto - dalla mostra su Mervyn Peake, al teatro, ai cimiteri - per giustificare un viaggio a Londra che in realtà aveva un unico scopo: la tovaglia di Kate.

P.S. del 21/08: A grande richiesta, aggiungo foto. Purtroppo l'immagine restituisce un volgarissimo azzurro ristorante che nulla ha a che vedere con il delicato celeste dell'originale, esaltato dalle decorazioni auree.

3 commenti:

rose ha detto...

foto, foto!

Eleonora ha detto...

You're a domestic goddess!

exit ha detto...

Sì ma adesso sono a corto di strofinacci di spugna per la cucina. Quelli della Guinness sono insuperabili. Eh, che ci vuoi fare, devo proprio venire a Dublino...:)