domenica 24 luglio 2011

Obituary

Non sono mai stata una fan di Amy Winehouse. Non ho mai pensato che avesse un grande talento. Aveva una voce interessante, questo sì; una voce con cui avrebbe potuto fare grandi cose. Ma una bella voce non serve a niente se non hai davvero l'urgenza di dire qualcosa. Non ho mai avuto la sensazione che il palcoscenico fosse il mestiere e il destino di Amy Winehouse.
Provo molta pena per la sua scomparsa. Una di quelle notizie cui si crede a stento.
Amy era l'espressione più autentica dell'Inghilterra odierna, un paese che, non essendo più in grado di produrre modelli culturali, si limita a indulgere in fascinazioni estetiche fini a se stesse. Espressione e vittima di una società eticamente impoverita e incapace di rigenerarsi, se solo ne avesse avuto la forza, Amy avrebbe probabilmente scelto per sè un'esistenza meno stravagante. L'autodistruzione deve esserle sembrata l'unica strategia possibile per sfuggire a chi, incurante della sua profonda sofferenza psichica, cercava insistentemente di cucirle addosso un ruolo che lei non avrebbe mai potuto sostenere.
Naturalmente ora Amy Winehouse diventerà un'icona, una stella e chissà che altro. Il che stende un ulteriore velo di tristezza sulla morte di una donna malata e sola, che probabilmente avrebbe rinunciato volentieri al ruolo di reginetta del r'n'b in cambio di un po' di sana normalità.

6 commenti:

rose ha detto...

non so, temo non abbia avuto neppure avuto tempo/modo/capacità di fare abbastanza per diventare un'icona, il che rende la sua morte ancora più triste e priva di senso. come il ripetersi di uno stanco rito – la prematura scomparsa, quasi sacrificale, dell'artista maledetto – svincolato dalla dimensione trascendente dell'arte. la sregolatezza senza genio, che mestizia.

Anonimo ha detto...

non so che intendiate con "una bella voce" o "una voce interessante" nel caso di Amy Winehouse (o nel caso di Billie Holiday ... o nel caso di Janis Joplin...) tutte belle voci vero?
Ma a me sembra che in questi casi la voce contenga più ancora che il talento o il "genio", quel sentimento straziante di irriducibilità, impossibilità a venire a patti con la vita... e con cui idealmente, purtroppo, non posso che essere d'accordo (!).
E' un tipo di bellezza che dispera, folgora, che strugge...e che ad ogni inevitabile epilogo mi annichilisce...senza possibili consolazioni.
ciao, vito

exit ha detto...

Quando dico che AW, con la sua voce molto black e molto sixties, avrebbe potuto fare grandi cose, intendo dire che aveva a disposizione una risorsa straordinaria attraverso la quale avrebbe potuto veicolare tutto il suo malessere esistenziale. Mi piace pensare che questo sarebbe stato sufficiente a salvarla e avrebbe fatto di lei una vera artista. È vero che questa risorsa non è bastata a salvare Janis e altri, ma è garantito che ha salvato la stragrande maggioranza di tutti quelli - l'elenco sarebbe interminabile - che ad essa si sono affidati.
Ma poi si sa, ognuno vive come sa e come riesce, e AW aveva accanto persone che non si sono fatte alcuno scrupolo a buttarla su un palco quando non era nemmeno in grado di intendere e volere.
Siamo qui a dire tutte queste cose perfettamente inutili semplicemente per razionalizzare l'incomprensibile spreco di una giovane vita.

bruno ha detto...

ogni due per tre mi salta in mente questa ragazza e non riesco a formarne un pensiero od un ragionamento....... davvero un piccolo lutto......... le volevo molto bene: eravamo milioni!........ per me era grande: ha riportato la musica d'uso (una nobilissima e difficile arte) alla pregnanza

Eleonora ha detto...

Il padre non era mica il suo manager? Adesso va a piangere in televisione e ce la meneranno fino all'inverosimile. Come hai detto tu, era una donna malata. L'hanno spinta sul palco sera dopo sera. Lacrime di coccodrillo imo (in my opinion).

exit ha detto...

Non mi risulta che il padre fosse il manager. In ogni caso non so come possa essere tanto ipocrita da sostenere che sua figlia era completamente "pulita" da anni. Il video del concerto di Belgrado ha fatto il giro del mondo.