Da quando non c'è più Matilde la casa pare vuota e ci sembra di non aver più nulla da fare. Eravamo abituati a sventare furti di mozzarelle, a prevenire indebite sottrazioni di sgombri e piselli: Matilde era una ladra di prim'ordine, un adorabile gatto di strada cui era stato impossibile insegnare le buone maniere. Con lei in casa, bisognava sempre stare in allerta poiché aveva una rara abilità nel distrarci: una frazione di secondo le era sufficiente per infilarsi nell'asciugabiancheria e accoccolarsi comoda comoda sui panni soffici e profumati, ancora tiepidi d'asciugatura. Farla uscire dalla porta significava vederla rientrare un istante dopo dalla finestra e farle passare la notte in casa era semplicemente impossibile: bisognava sempre cedere ai suoi piagnistei, alzarsi nel cuore della notte e permetterle di uscire, dato che neanche il gelo fermava i suoi vagabodaggi al buio.
Nessuno più incide la porta d'ingresso con gli artigli, nessuno va più a rotolarsi dentro l'orto appena vangato, niente più zampacce terrose e foglioline d'azalea sul divano. Insomma, non ho più nessuno contro cui inveire, sembra tutto così onesto e civile.
In compenso stanotte è ritornato Vincenzino il pipistrello. Per la prima volta nella mia vita sono stata felice di vedere il balcone lordato dai piccoli escrementi neri piovuti dall'alto della trave. Grazie di essere ritornato, Vincenzino: resta un poco con noi, almeno tu.
2 commenti:
Si, mi sono commosso.
Eh sì, Sam: un grande vuoto.
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