martedì 18 maggio 2010

Koopman e Monteverdi a Varese

Basilica affollata ma stranamente non gremita per la celebrazione del quattrocentesimo anniversario del Vespro mariano di Monteverdi.
A 66 anni, Ton Koopman è il folletto geniale di sempre. La sua lettura del Vespro – di cui per ora non esiste documentazione discografica – è essenziale e rigorosa, più in linea con la versione di Alessandrini che con quella, ormai troppo sontuosa, di Gardiner.
Koopman, che accompagna i solisti al cembalo, dirige con l’entusiasmo e la vitalità che gli conosciamo, adottando tempi agili ma senza eccessi.
Il coro dell’Amsterdam Baroque rende con assoluta plasticità le dinamiche della geniale commistione di canto fermo gregoriano e seconda prattica.
Un’esecuzione splendida. Un’ora e mezza di totale incanto sonoro. Tutto di una bellezza commovente e inesprimibile.

2 commenti:

endimione ha detto...

Io, come ti avevo detto, ho visto lo stesso concerto ieri sera al conservatorio di Milano (buffo: anche io ho usato la parola "folletto" riferendomi a Koopman con qualcuno: evoca proprio quell'immagine). Serata diversa ma ispirazione uguale, perché anche io di fronte all'esecuzione cui ho assistito ho pensato: puro incanto. Sui tempi avrei avuto qualcosa da dire solo sull'Ave Maris Stella, forse leggermente veloce, sicché perdeva parte di quella solennità che lo rendono il mio pezzo preferito del Vespro. Ma è un appunto davvero minimo per un insieme magnifico. (Tra l'altro: ormai anche io preferisco l'esecuzione di Alessandrini a quella di Gardiner: è diventata la mia edizione di riferimento, pietra di paragone imprescindibile; e devo aggiungere che vidi il Vespro diretto da Alessandrini - con gli stessi cantanti, in una chiesa di Bologna - proprio pochi giorni prima che lo registrasse a Roma: rimane uno dei concerti che più mi hanno emozionato in vita mia...).

exit ha detto...

@endimione: grazie per aver condiviso le tue impressioni, ci tenevo ad aver il tuo parere.

Anche per me l'edizione discografica di Alessandrini è ormai di riferimento. Domenica sera dopo il concerto mi sono voluta comprare anche l'incisione di Kuijken ma è stata una delusione: nessuna dinamica, coro uniforme e tutto troppo "angelico". È veramente difficile trovare il giusto equilibrio fra spiritualità e sensualità monteverdiana; del resto è proprio questa la caratteristica che contraddistingue le interpretazioni migliori.