martedì 11 maggio 2010

I benefici della grammatica

Non sto scrivendo perché ho perso qualsiasi fiducia nelle mie parole. Ma credo di aver perso ogni fiducia un po’ in generale.
Non sono in vena di scrivere frivolezze e, se magari provo a mettere insieme due parole su un libro che ho letto, la noia mi assale alla prima riga.
Ultimamente mi sembra che sforzarsi a comunicare non abbia proprio senso.

Perciò mi rifugio nei miei libri di tedesco. Lì, almeno, tutto sembra avere una logica: si acquistano auto per illustrare i comparativi, ci si lamenta del lavoro a turni ma solo allo scopo di costruire gustosi periodi ipotetici, e se si finisce all’ospedale è esclusivamente per la buona causa delle locuzioni passive. Insomma, nei miei libri di tedesco la realtà intera è contenuta e ingentilita dalla grammatica, è sorretta da una logica ferrea. Dite niente?
Comunque, questa assidua frequentazione delle mie grammatiche tedesche, oltre a precludermi il baratro della follia, ha prodotto l’unico significativo risultato messo a segno in questo orribile mese di maggio: sembra infatti che, dopo sei mesi di lotte vane, io stia finalmente cominciando ad acquisire una certa dimestichezza con la declinazione degli aggettivi.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

le parole...
vorrei trovarne una non banale per farti sorridere...
un abbraccio, vito

rose ha detto...

spero che almeno i tedeschi credano ancora nella grammatica e nella sintassi... io prima o poi abbandonerò il mio posticino di sentinella dell'italiano perché non ce la faccio veramente più. (non dico che la lingua non si debba rinnovare, ma quando se ne smarrisce del tutto la consapevolezza – come vedo accadere in tanti cosiddetti scrittori... è in quel caso che a me le parole sembrano smarrire ogni senso, ridursi a puro flatus vocis)

exit ha detto...

@Vito: C’è la possibilità che sabato sera io riesca a ricambiare l’abbraccio “dal vivo”, sempre che ce la faccia ad esserci.

@Rose: Non ho la competenza necessaria per risponderti circa le infedeltà grammaticali dei tedeschi; tuttavia, le appassionate perorazioni in difesa del genitivo da parte della mia insegnante danno da pensare.

Per il resto, concordo pienamente: il progressivo livellamento verso il basso della lingua italiana sembra ormai inesorabile. Ci sono editori medio-piccoli che pubblicano ogni sorta di nefandezza sintattica e in generale ho notato che l’ultima moda prevede una distribuzione pressoché casuale di accenti e apostrofi.
Ma l’assurdo è che spesso, a vendere, sono proprio i libri accuratamente emendati e resi pubblicabili da tenaci difensori della lingua come te.

Anonimo ha detto...

Come "sempre che ce la faccia ad esserci?"

Dai che la pioggia ci avrà dato una tregua,
e poi, vuoi mettere l'effetto Rufus???
ciao, vito
(abbraccio di buonumore!)