lunedì 11 aprile 2011

Anna Calvi a Bologna


Bisogna vederla e sentirla dal vivo, Anna Calvi, per avvertire tutta la contagiosa, intensa musicalità che può scaturire dalla sua esile figuretta infantile. Stretta in un look anacronistico e antirock – boccoli alla Shirley Temple, pantaloni anni ’80 e manichine a sbuffo – in scena Anna svela una personalità più che decisa. Inutile chiedersi quale sia la vera Anna Calvi, se la bambina timidissima che si lascia confondere dagli apprezzamenti del pubblico o la rockeuse grintosa, la compositrice colta, l’interprete raffinata.
Sempre muovendosi all’insegna dei contrasti più accesi – il rosso e il nero, ritrosia e determinazione – Anna usa con sapienza una voce di rara bellezza, esplora i fondali oscuri del desiderio e riaffiora all’improvviso agguantando squarci armonici di rapinosa luminosità.

Costretta da un infortunio ad affidare le proprie parti di chitarra a un eccellente collaboratore di supporto, quando si concede di imbracciare il proprio strumento in occasione del primo encore, ha l’aria di chi si sente finalmente a casa sua.
Fondamentale l’apporto della bionda Mally Harpaz all’harmonium (impossibile non pensare a Nico) e preziosissima la varietà timbrica della batteria di Daniel Maiden-Wood. Il sound che ne risulta è così pieno, originale, autosufficiente da non richiedere nemmeno l’intervento di una linea di basso.

Lo spettacolo ha lasciato un segno indelebile, una traccia fiammeggiante nell’oscurità torrida del Locomotiv. Un evento rivelatore che ha avuto però un imprevisto effetto collaterale: riascoltato ora, il disco di Anna Calvi suona come una copia sbiadita di un concerto il cui unico difetto è stata la brevità.

10 commenti:

jumbolo ha detto...

porca miseria, potevamo incontrarci. non sono venuto perché mi hanno detto che era esaurito. tu che mi dici in proposito?
grazie della rece.

exit ha detto...

Che peccato. In effetti il Locomotiv era affollato, ma credo che il concerto sia andato sold out solo pochi giorni prima. Spero che Anna ritorni presto in Italia, magari con qualche brano nuovo così da rimpolpare la scaletta, effettivamente un po' striminzita.

jumbolo ha detto...

Beh ovvio che con un disco solo puoi fare poco di più. Anche se, ti dirò, non è per fare lo snob, ma a me i concerti corti piacciono da morire.

rose ha detto...

mi pare molto sensata la tua ultima osservazione - a me il disco fa un effetto un po' freddo. paradossalmente, ha una voce così bella che, nella felicità della sua pienezza, mi emoziona poco!
PS si è poi scoperto che i gang of four hanno annullato i concerti italiani. siamo rimasti male, specie p.

exit ha detto...

@Jumbolo: i concerti corti, quando sono così intensi, hanno un senso. Mi sarebbe piaciuto magari sentire qualche cover, qualche sorpresa. Ma si sa che sono musicalmente insaziabile :)

@Rose: quando la mia amica bolognese, tra una chiacchiera e l'altra, ha buttato lì anche l'annullamento del tour dei Gang of Four, sono stata lì lì per chiamarti. Peccato davvero.

Tornando ad Anna Calvi, confermo che, anche se gli arrangiamenti dal vivo non si discostano molto dalla registrazione, la qualità dell'espressione cambia completamente. Il disco mi è piaciuto, ovvio; ma dal vivo ho avuto la netta sensazione di essere davanti ad una grande artista, dotata di una musicalità molto istintiva. Come ha giustamente sottolineato l'amico River - che spero si faccia vivo per esporre convenientemente la propria teoria - dal vivo Anna si è rivelata più autentica, più personale. Sabato sera ho realizzato che questa piccola donna dolcissima e grintosa, in realtà, più che a PJ Harvey, Siouxsie, Nick Cave ecc ecc, somiglia essenzialmente a se stessa e ai propri sogni.

River Man ha detto...

Che altro aggiungere a quanto gia detto da te? Si, dal vivo si stemperano quelle note caratteristiche che richiamano ad alcune grandi donne della musica poprockpunkpostwave... dalla fine degli anni '70 in poi e che per molti sono il limite di una Anna Calvi troppo derivativa e al loro posto emerge una (per me tutt'altro che insospettata) personalità e uno stile proprio, una forza e una originalità che fanno intendere ampi margini di maturazione.
Non sapevo dell'infortunio, ora che lo so posso perdonarle il fatto di aver imbracciato poco la chitarra io che considero il suo modo di suonare ancora più rimarchevole del canto. Vabbè, è scusata però Joan Of Arc mi è mancata tanto pur nell'insieme di un concerto che è valso la pena vedere nonostante quello che stava accadendo quella stessa sera a poche centinaia di metri dal Locomotiv. :-D

P.S.: Son tre giorni che sto in forma e tonico come una mozzarella di bufala scaduta da due settimane, sarà mica che non c'ho piu il fisico per fare Bologna andata e ritorno in serata? :-(
No, forse è solo l'abituale allergia da graminacee che comincia a farsi sentire...

PP.SS.: Che mestizia Domenica alla fiera di Varese!!! :-(

exit ha detto...

@River: Perché mestizia in fiera? C'era poca gente?

P.S. Come hai fatto a resistere a non scappare al Covo? :)))

River Man ha detto...

Non ti saprei dire se erano di meno i visitatori o gli espositori.

Non è stata questione di resistere, me ne sono proprio dimenticato. Finito il concerto non ho pensato che data l'ora al Covo potevano aver appena incominciato a suonare se no partivo a razzo.
Scaletta scelta dai fans, Ravenna suonata per la seconda volta da quando si son riuniti, Pizza Express per la prima...

Eleonora ha detto...

Oggi corro da HMV a comprare il CD. O dici che HMV é troppo main stream? Magari Tower Records?

exit ha detto...

@Eleonora: pensa che proprio ieri sera dicevo al bluesman "Devo chiedere a Eleonora se Tower Records esiste ancora"...Dunque la risposta è sì! È una buona notizia, considerato che in questi ultimi anni abbiamo visto scomparire più di un negozio in città. Da Tower Records abbiamo comprato parecchi cd e vinili. Senza contare che poco più avanti, in Exchequer Street, c'è un negozio di strumenti amatissimo dal bluesman.