All'uscita dal cinema, la città mi è sembrata improvvisamente straniera: il tiepido celeste primaverile era stato sostituito da uno scenario severo punteggiato di luminosità geometriche. Le mille auto deserte parcheggiate lungo i marciapiedi facevano pensare all'improvvisa dissipatio del genere umano. Come se durante la proiezione del film una forza oscura avesse risucchiato l'umanità. Le luminarie delle feste pendevano inutili, sfarzosamente fuori luogo. Niente luci alle finestre e negozi chiusi. Su tutto l'incongruo tepore di primavera e il senso di una solitudine irrimediabile veicolato dal film.
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6 commenti:
beh a questo punto, bentornata
:))
Mah, io non mi allargherei così tanto...:))
P.S. Attendo con interesse la tua rece di The Master.
immaginavo. non l'ho ancora visto, mi sa che sta settimana gna faccio. spero che rimanga in sala almeno un'altra settimana, oppure lo cercherò in rete. sono molto curioso anch'io di vederlo, nonostante un'amica che lo ha visto (a venezia o a roma...non mi ricordo mica dov'è passato) mi ha detto di non averci capito assolutamente nulla.
ebbene: ho visto the master martedì!
grande capacità di coinvolgimento ma confermo la mia distanza da anderson, che ha come unico vero punto a suo favore (non è poco in verità) quello di saper scegliere attori straordinari cui è delegata quasi per intero la riuscita del film
continuo a pensarlo da magnolia in poi che i suoi film li fanno quasi esclusivamente gli attori - sempre impeccabili e brillanti le scelte musicali, così come la finitezza estetica (impercettibilmente leziosa, a dire il vero), ma la lezione imparata da altman è andata a disperdersi negli anni e niente più c'è stato di uguale alla surreale pioggia di rane che ha stordito gli spettatori di magnolia a suo tempo e che faceva così ben sperare
ti do un anticipo: 2 su 5. voglio cominciare l'anno cattivo.
PS sono appena tornato dal cinema, ovviamente
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