Affido all’impiegata la busta imbottita chiedendo una normale spedizione via posta prioritaria.
“Tariffa estero” osserva efficiente l’addetta leggendo l’indirizzo. Non faccio in tempo a confermare che subito mi sento chiedere: “E dove lo mandiamo questo pacchetto? In Inghilterra?”
“Ma veramente” provo a obiettare, perplessa “veramente c’è scritto Irlanda...”
“Appunto: legga qui” e orienta verso di me un monitor sul quale, da un menù a tendina, si è appena srotolato un breve elenco di nazioni europee: Gran Bretagna e Irlanda del Nord sono comprensibilmente accorpate nello stesso campo.
“Guardi, il mio pacchetto non va in Irlanda del Nord” provo a spiegare.
“Ah no? E dove va, scusi? Qui c’è scritto Irlanda.”
“Esatto, si tratta della Repubblica d’Irlanda.”
“Ah, sì? E dov’è? Avanti, mi dica dov’è, lo vede che anche qui non c’è?”
“Provi a cercare Eire” suggerisco continuando a non capire il problema.
“Non c’è, non c’è…” certifica l’impiegata sulla base di un’ulteriore consultazione del monitor.
“Ma è impossibile che in quell’elenco non ci sia l’Irlanda” obietto timidamente, considerando al contempo che non è certo la prima volta che mi trovo a inviare libri a Dublino.
“Va bene” concede l’altra pazientemente scocciata “cominciamo dall’inizio, va bene? Avanti, legga tutti i paesi a partire dalla A” e subito smanetta col mouse rendendo pressoché illeggibile la lista delle nazioni.
“Ferma lì!” ordino non appena intercetto la I “vada piano, per favore!”
“Oh, guarda c’è davvero...” fa lei con finta naturalezza, incassando la sconfitta.
“Sì sì l’Irlanda esiste” concedo io sollevata.
“E dove sarebbe?”
“Vicino all’Irlanda del Nord.”
“Ah ecco…Sì, che poi, diciamocelo, io potevo selezionare Grecia che tanto era lo stesso.”
“Sarebbe a dire, scusi?”
“Che il pacco arriva lo stesso, che tanto è sempre Europa, no? Non è che se seleziono Irlanda quello va per forza in Irlanda, capisce? Se seleziono Grecia quello mica va in Grecia, capisce? Quello che conta è qui, vede?” e mi mostra l’indirizzo, scritto a chiarissime lettere “Certo che se questo è sbagliato, beh, sono fatti suoi, capisce? Chiaro che il pacco non arriva…”
“Guardi, non ci provi nemmeno” minaccio digrignando un sorriso isterico “quel pacco DEVE arrivare a destinazione a Dublino.”
“Ci arriva, ci arriva, se l’indirizzo è giusto ci arriva, ma deve essere giusto l’indirizzo, ha capito?”
Così, tanto per dire, il pacchetto che ho affidato alla pazza conteneva la copia de L'inutile guida che mi è stata richiesta dall’Istituto Italiano di Cultura di Dublino. Così, tanto per dire in che mani è finito un pezzo del mio destino.
5 commenti:
buon viaggio al libro, contro l'assurdità degli uffici postali... poste italiane ti insegna a non dare niente per scontato nella vita. in fondo io mi stupisco sempre, con gioia infantile, quando arriva qualcosa!
Ad essere sincera le mie esperienze recenti con Poste Italiane sono state tutte positive, ma evidentemente non bisogna mai dare niente per scontato :)
.... ma l'indirizzo lo hai poi scritto giusto? ;o))
Un abbraccio
Flavia
Giustissimo, altro che giusto! :)))
Non mi meraviglio. Una volta ho fatto notare gentilmente ad una giovane giornalista che l'Irlanda non fa parte del Regno Unito e lei si é scagliata contro di me dicendo ma tu non hai idea dei titoli di studi che ho conseguito! Una mentalità molto provinciale, pensare di sapere tutto della vita solo perché sei una persona studiosa. Le ho detto, beh, alla tua prestigiosa università del cazzo non solo non ti hanno insegnato a parlare inglese in modo da farti capire ma nemmeno la geografia. Nedless to say, we're no longer on talking terms.
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